martedì 19 novembre 2013

Treni notte, culla di pensieri - Seonda parte

Terra di tutti, terra di nessuno. Terra di strapuntini, terra di guance e tempie contro il vetro, contro la parete, contro qualcosa che con le guance non va d'accordo.
Con le tempie ancora meno.
Nel corridoio di un treno notte, valgono delle regole non scritte, ma insite negli sguardi, nei borbottii. Non importa come sei vestito né che sai soltanto quattro parole di Italiano: non puoi scomodare troppo chi sta viaggiando accampato lì.
Se vuoi passare per andare in bagno ok, ma devi fare una cosa veloce, prima che si riaddormentino le persone che hai scomodato.
Se le svegli una volta ok.
Ma se le svegli una seconda volta e si ricordano di te, ecco, diciamo che non è ok.


Attraverso questa giungla di regole non scritte e raggiungo il bagno.
Faccio per tornare al mio posto quando vengo rapito dal vetro di coda.
Sono sull'ultima vettura!
La ferrovia corre al contrario, tutto arriva in un attimo, non fai tempo a metterlo a fuoco che subito scompare.
Le ruote del treno sferragliano incessantemente sulle rotaie dritte come un fuso. Poi il treno si inclina, le ruote sibilano leggermente e le rotaie si snodano sinuosamente prima da una parte, poi dall'altra.
Il treno sembra essere una pattinatrice sul ghiaccio che fa le piroette con i nastri. Lucidi e sinuosi seguono ogni suo movimento.
Qualche bagliore annuncia l'arrivo di una stazione, non fai in tempo ad abituarti ai flash dei neon che subito torni nell'oscurità, e la ballerina riprende a danzare coi suoi nastri.
Resto un po' lì, perso nei miei pensieri, quando mi accorgo dei controllori, entrano negli scompartimenti, accendono le luci e chiedono i biglietti, tutta la carrozza è sveglia.
E' il momento migliore per tornare al mio posto senza disturbare nessuno, mi è andata bene.

Ho voluto raccontare, in questi due giorni, questo viaggio che per me significò molto.
Lo dedico a tutti quei colleghi di Treni Notte che un paio di anni fa si sono trovati da un giorno all'altro senza lavoro e hanno dovuto lottare, alcuni accampati sulla torre faro di Milano Centrale, a lungo salutata dai fischi dei treni.



Da domani tornano le storie di tutti i giorni, voi continuate a dare spunti e suggerimenti ai soliti contatti!

A presto,
Polo

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1 commento:

  1. Polo mi hai fatto piangere mannaggia a te! Mi hai ricordato i viaggi notturni sulla cara Adriatica Piacenza-Vasto come sai da piccolino con la mia nonna mancata purtroppo quest'estate..
    Un abbraccione
    Simo

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