giovedì 14 novembre 2013

Il super eroe che fa spuntare il sole

La storia di oggi la manda Matteo, una semplice corsa in tram dove non ci sono Facebook, Candy Crush o qualche altro intrattenimento all'ultimo grido.
Lui osserva.
Ci regala così suoni, rumori e colori che ancora accompagnano le corse su quei tram, se vogliamo, anche poco confortevoli. Dalla telefonata ad alta voce, a un canterino improvvisato, fino all'inconfondibile "Din!" della Fermata Prenotata che lampeggia in rosso sopra le teste pronte a scendere.


Non è così difficile come potreste pensare, scrivete anche voi a storiesenzafretta@gmail.com!

Buona lettura!
Polo


Img: www.atm.it

L'altro giorno a Milano ho preso un tram. Uno di quelli che tanto mi piace, un tram vecchio dai sedili in legno, quei tram con un'atmosfera particolare. Precisamente ero sulla linea 23, salito a Piazza Fontana dovevo scendere in Città Studi.
Per tutto il percorso, stando prima seduto e poi in piedi, ho osservato.

Orario di uscita dalle scuole, tanta gente, come sempre.
Sono seduto, in parte una signora che parla al cellulare col suo "ammmòòòòòreee", praticamente lo urla al tram.
Dalla parte opposta un signore di mezza età, legge un libro. Credo sia d'avventura, ma è su iPad. Non sopporto gli e-book, li ritengo scomodi e non si sente l'odore delle pagine, non si può neanche sfogliare nulla...
Sale una signora anziana e da bravo scout (cittadino comune) mi alzo e mi sposto in fondo.

Nel percorrere il tram incrocio un anziano, attraversa il tram con aria cupa, cappello in testa e giornale sotto braccio. "Questi studenti di merda..." borbotta. Ottima idea del futuro, bravo nonnino.

Il fondo è la posizione migliore, si vede tutto il tram!
Cinque o sei studenti, quelli tanto amati dal nonnino, parlano dell'ultimo modello di cellulare e di nientemenoché... One-Piece!!! Mah?!? Vabbè.

Ho in parte un ragazzo e una ragazza di 15 anni, ci provano l'uno con l'altra. Più probabile che sia solo lui a provolare con lei ma lasciamo che si illuda.
Un giovane ragazzo universitario fissa il vuoto, esami, tesi, tirocinio? Non lo so, quel che conta è che alza la testa, mi guarda e fa un sorriso. Ricambio.

Fermata. Sale un senzatetto, è visibilmente alticcio. Viene verso il fondo. Appoggia la sua bisaccia e ci si siede sopra. Inizia a cantare. Penso "Che bravo! Io mi sarei vergognato un sacco!".
La canzone è originale, parla di se stesso, dice che lui fa spuntare il sole quando vuole, e in questa Milano di pieno Autunno non è certo cosa da poco.

Una signora, si direbbe 70 anni, un cappotto nero e una sciarpa azzurra, molto elegante devo ammettere. 
Prenota la fermata e si sente il solito "Din". Splendido.


Il senzatetto riprende a cantare... diciamo piuttosto che riflette ad alta voce.

Dice di avere i bronchi sporchi, di non stare tanto bene, di essere un po' stanco ma poi aggiunge che l'importante è che lui, quando vuole, può far spuntare il sole.
Si alza e scende due fermate prima di me.
E' un super eroe, è un super senzatetto.


Matteo



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