mercoledì 7 maggio 2014

Il bambino del Filobus

La storia di oggi vede Matteo che approfitta di un semaforo per soffermarsi su un dettaglio della Milano By Night, una bella immagine di qualcosa che tutti abbiamo fatto, almeno una volta nella vita!!!

Milano, 2 maggio 2014.
Precisamente mi trovo in viale Molise e sto andando verso viale Puglie, forse è una delle circonvallazioni? Poco importa.
Sono in auto, sono in ritardo e un amico mi aspetta per una cena al Giappo! Perchè se non ho il mio solito quarto d'ora di "CorseSfrenatePerArrivareInTempoPurEssendoGiàInRitardo" non sono contento, no.
Ho anche caldo e in radio passano le solite canzoni, belle ma le solite.

La strada ha due corsie per lato, io sono su quella verso il centro perchè il mio obiettivo è superare il filobus presente sulla corsia più esterna. I filobus, si sa, danno fastidio all'automobilista perchè ogni 300 metri si fermano e magari il semaforo è pure verde.
Ad un certo punto mi trovo fermo al semaforo rosso e a fianco a me è fermo il filobus. Essendo sera le luci del mezzo pubblico sono accese e tutto ciò che succede si vede perfettamente.
E io non posso resistere, giammai! Giro la testa e, in attesa del clackson di quello dietro, osservo cosa fanno i passeggeri.

Il filobus è un mezzo della circolare destra della linea 90.

(In radio tra l'altro stanno passando una canzone che mi piace, non ricordo quale ma ricordo che mi piace e che è azzeccata con ciò che scriverò sotto)

Un bimbo, credo sugli 8-9 anni sta facendo una cosa divertentissima che mi riporta indietro. E' appiccato al vetro e ci alita sopra. Il suo obiettivo è appannare il vetro anche se non ci sono proprio le condizioni climatiche migliori perchè ciò avvenga. Non riuscendo a creare la condensa sul vetro con una sola alitata si impegna. Alita, alita, alita....si appoggia con tutta la bocca al vetro e alita. Oh Che Schifo!!! Il mio pensiero va al finestrino che resterà inevitabilmente sbavato e alla quantità di sporco che è solitamente presente sui finestrini dei mezzi pubblici, dove il mondo sale e scende.
Ma non importa.
I suoi genitori sui sedili in fronte a lui parlano e ridono per i fatti loro.
Il bimbo ha una missione, uno scopo da raggiungere. Deve appannare il vetro per almeno 1 minuto e riscire a scrivere.
Eccolo, che fatica, quanto si impegna.

Tra l'altro ha pure la faccia simpatica e gli occhiali che, per attaccarsi al vetro, non sono il massimo. Devo ammettelro è proprio simpatico.

Ora che ha appannato un angolino del vetro scrive "CIAO" col dito indice.

Ciao. Quante volte l'ho scritto su un finestrino, quanti camionisti sono salutati dai ragazzi in gita mentre viaggiano sui loro pullman?
Io, coi miei amici, quando andavo alle superiori (e ogni tanto anche negli anni di università...e ogni tanto ancora oggi) sui finestrini scrivevo Lui "cuore" Lei coi nomi di alcuni di noi, ci prendavamo sul ridere così.

Il ragazzino ha scritto semplicemente "ciao". Un ciao destinato a durare pochi istanti. Destinato a non essere visto da nessuno o quasi.
Io l'ho visto ed ho sorriso.
Chissà perchè poi ci vien da scrivere su un finestrino. A chi vogliamo dire ciao? a chi vogliamo parlare? Ad altri, a sconosciuti, a noi stessi, vogliamo semplicemente riuscire a giocare con l'alito, il dito e il finestrino....chi lo sa.

Poi è scattato il verde. E' partito il filobus, sono partito io (prima che mi suonassero le auto in coda). Io sono andato per la mia strada, il filobus per la sua.
Ci siamo in qualche modo salutati.

Ciao.




Un grazie a Matteo per il suo prezioso contributo e a presto, con la prossima storia senza fretta!
Polo

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