Ci scrive ancora Matteo, una storia di una giornata come un'altra.
Un saluto particolare però può farci evadere dal cielo grigio, dalla pioggerellina e dall'orologio che ci rincorre anche se è un week-end, anche se è sabato mattina e siamo a Sulbiate.
E' una giornata col cielo coperto.
E' sabato mattina e mi sono svegliato alle sette perché ho una riunione a Milano. A Milano!!! E io che volevo dormire. Vabbè. "Dai Matteo" penso "per una volta anche se dormi quattro ore non è la fine del mondo". Tutto in silenzio per non svegliare gli altri scendo, mi preparo ed esco.
Prima di andare a Milano, dove due amici mi aspettano per una colazione pre-riunione, per affrontare il viaggio in solitaria ho bisogno almeno di un caffè. Visto che devo ritirare un giornale colgo l'occasione, al volo, e faccio tappa in edicola e al bar.
Ritiro il numero di gennaio di Linus, contiene anche il calendario 2014 non di Belen o dei calciatori ma dei Peanuts!!! E già sono un ragazzo felice per questa giornata. Scoprire poi che su giugno, mese del mio compleanno, c'è Snoopy in versione scout mi rende ancora più felice. Ma questa è un'altra storia.
Fuori dall'edicola, subito dentro nel bar. Stranamente è vuoto. La barista, seduta al tavolino, legge informazioni e guarda le foto di un incidente di sci col salto. Quello sport, un po' estremo, dove sciatori senza racchette si lanciano da una pedana cercando di cadere il più lontano possibile, il più possibile in piedi. Penso che uno sport così non lo farei proprio mai ma è pur sempre un argomento così parliamo un po' e nel mentre le chiedo un cappuccio. Dico chiedo e non ordino, ci tengo a sottolinearlo.
Il cappuccio è ottimo, come sempre. Mezza tazzina di schiuma soffice soffice che quasi mi ci tuffo dentro ed un cioccolatino che accompagna il tutto.
Intanto il bar si è un po' riempito.
Mentre col cucchiaino pulisco per bene tutta la schiuma dalla tazzina, assolutamente non deve restarne nemmeno una goccia, ascolto e mi guardo in giro.
Entrano una signora sulla settantina che si siede al tavolino col giornale ed una mamma con la figlia.
La signora chiede un cappuccio, intenditrice direi!
La mamma e la figlia invece chiedono rispettivamente un caffè macchiato e del latte con un po' di cacao da mescolare con, udite udite, un cucchiaino di cioccolato! Mi illumino. Ignoravo l'esistenza di tale cucchiaino! E' bellissimo! Se fossi un bimbo lo vorrei sempre! In realtà lo prenderei volentieri ancora.
Ma la cosa che più mi stupisce è che la barista sapeva già tutto. Sapeva già cosa le avrebbero chiesto, il margine di errore era molto limitato. Non solo, chiede alla bimba qualcosa di scuola e alla signora chiede semplicemente come va. Sarà che in un paese piccolo ci si conosce tutti, sarà che lei fa il suo interesse ad essere cortese e gentile, sarà che come tutte le donne magari ama interessarsi degli altri, sarà quel che volete. A me invece piace pensare che è diverso essere cortesi con tutti e voler far due chiacchiere con tutti. Nessuno glielo fa fare, potrebbe limitarsi a meno, ad un ciao.
Invece no.
A me piace, crea un ambiente sereno e quasi famigliare nel suo bar, luogo di passaggio per definizione reso così accogliente con poco.
Nel frattempo ho spazzolato per bene tutto il cappuccio.
Prendo le mie riviste, pago e la saluto perché devo andare.
Quando esco mi saluta come sempre, come fa con molti.
"Ciao Gioia!"
Ciao Gioia. Non lo dicono più in molti, anzi, a parte qualche nonna ai nipotini non lo dice proprio più nessuno.
Gioia a me, gioia per uno stato mentale allegro e sereno. Bello essere gioiosi.
Gioia perché sei una bella persona, gioia perché ti conosce, gioia perché lei è una persona gioiosa e gentile.
Chi lo sa.
Io so solo che iniziare una giornata con un "Ciao Gioia!" è decisamente bello. Se poi sono le otto di un grigio sabato mattina, beh, lo è ancora di più.
Scappo a Milano.
Ciao Gioia!
E con un "Ciao Gioie!" vi saluto anch'io e vi dò appuntamento alla prossima Storia senza fretta!
Un abbraccio e a presto,
Polo
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